Uno spettacolo tetro e desolante, cosi appare la Riserva naturale dello Zingaro dopo l’incendio del 29 agosto. Un fortissimo vento di scirocco ha facilitato l’avanzare delle fiamme appiccate da mani criminali. Il fuoco ha attraversato tutta la riserva risparmiando molto poco.
Difficile quantificare i danni, ma non è certo una questione di soldi la cosa fondamentale. Il danno è quello ambientale, faunistico, idrogeologico ed anche affettivo per i tantissimi visitatori che ogni anno hanno attraversato i sentiero dello Zingaro e chissà quanto tempo occorrerà per farla rinascere. Proprio quest’anno la Riserva aveva compiuto 40 anni e varie erano state le iniziative per ricordare la famosa marcia del 1980 che permise l’istituzione della prima riserva naturale siciliana.
E’ difficile descrivere lo stato d’animo che si prova a guardare dal mare lo Zingaro, su una barca. Il mare dai colori smaglianti contrasta drammaticamente con il nero, ormai unico colore predominante del paesaggio.
Tutto nero, dalla costa fin sopra le creste delle montagne.
Ci auguriamo che le Istituzioni e soprattutto la Magistratura assicurino alla giustizia i criminali che hanno causato questo disastro.
La Direzione della Riserva annuncia la chiusura fino a data da destinarsi.
“Un simbolo non lo distruggi, neppure se lo bruci”
è quanto si legge nella pagina facebook di Legambiente Palermo.
“La riserva resterà lì, con tutto ciò che significa per noi: oggi significa che ci vorrà ancora più sforzo di quello messo in campo finora – prosegue Legambiente Palermo – che non toglieremo gli occhi di dosso a chi deve lavorare per la tutela del patrimonio naturalistico della nostra regione, che supporteremo le comunità colpite a denunciare, che Lo Zingaro e tutte le aree naturali bruciate questa notte le faremo rinascere insieme”.
Foto di Mauro Bannetta – Hippo Campus Sea Service