5 Musei raccontano il legame tra l’uomo e la natura all’interno della Riserva

Il Museo delle Attività Marinare, ospitato dentro un antico marfaraggio, è il primo museo che si incontra dall’entrata Nord della Riserva Naturale dello Zingaro;  veniva così chiamato, nelle tonnare, il complesso dei fabbricati destinati alla lavorazione dei tonni, alla custodia degli attrezzi usati per la pesca e agli  alloggi per i pescatori che lavoravano stagionalmente alle reti fisse.
L’ex stabilimento custodisce oggi le testimonianze storiche di questa attività dalle radici antiche.
Esposte, reti e nasse, usate per la mattanza, ed immagini fotografiche che illustrano come la pesca del tonno rosso fosse un rituale e un onore, ma anche dovere e sopravvivenza, sicuramente il più antico metodo sviluppato in tutta la Sicilia. Una pesca massiva che coinvolgeva l’intera comunità marinara.

Museo attività marinare – Plastico della Tonnara

Il visitatore potrà ammirare una fedele riproduzione in scala di una tonnara e documentarsi inoltre sulle specie ittiche locali. Ognuno dei musei della riserva, si avvale della presenza di un custode che, pazientemente e con passione, vi illustrerà gli oggetti esposti e vi darà dei cenni significativi per comprendere la civiltà locale e la sua storia di terra e mare.
La collezione di oggetti rinvenuti regalano una bella esperienza, un tuffo nel passato di questi luoghi. Specialmente i più giovani potranno scoprire attività antiche e farne tesoro. Il Museo rimane aperto tutto l’anno.

Il Museo della Civiltà Contadina espone segni tangibili della lavorazione del grano. Visitarlo è come rivivere la Sicilia contadina del secolo scorso. Testimonianze antiche del ciclo del grano, aratri, falci e bisacce. La terra e le sue lavorazioni, eredità di ognuno di noi.

Museo civiltà contadina

Anche se l’area dello Zingaro ha, soprattutto, una storia fatta di pesca, l’agricoltura fu, non di meno, una grande risorsa per la gente del luogo che ha lavorato la terra e cresciuto il bestiame, dando vita a una comunità rurale sostanziosa.
In poco spazio, tracce di quel quotidiano sono arrivate fino a noi, e tra gli attrezzi esposti, anche quello per trafilare la pasta. E poi, pentole e vasellame in terracotta, bummuli e muscalori. I bummuli, anch’essi in terracotta, erano contenitori usati per mantenere l’acqua fresca nella stagione calda. Il muscaloro, invece, una specie di ventaglio rotondo ricavato da un intreccio di palma nana cucita insieme e fissato all’estremità di una canna, era usato per mantenere viva la carbonella.
Il Museo contadino è aperto solo parzialmente durante l’anno.
Per informazioni Tel. 0923.35108.

Il Museo dell’Intreccio  è uno spazio dedicato all’artigianato. E’ possibile vedere all’opera maestri intrecciatori che lavorano le fibre vegetali, coma le giummarra, la disa e il giunco, creando oggetti antichi e ancora oggi usati.
L’intreccio della giummarra, o palma nana, vegetazione tipica della riserva, permette, dalla sua lavorazione, la creazione di svariati oggetti, come zimmili e cannistra, manufatti della vita quotidiana contadina di un tempo.

Un operatore della riserva nell’arte dell’intreccio

Il Museo è però impreziosito da altri souvenir. Cappelli, anelli e collane ricavate dall’utilizzo di alcuni semi e le famose coffe, oggi usate come borse e rifinite con stoffe ed altre decorazioni. Tecniche antiche, tradizione e memoria della civiltà contadina del luogo che continuano ad essere tramandate.
Il Museo dell’intreccio è aperto solo parzialmente durante l’anno.
Per informazioni Tel. 0923.35108.

museo intreeccio
MUseo dell’intreccio

Il Museo della Manna ha una location davvero spettacolare. Si trova infatti all’interno di una grotta. Il museo, rustico e piccolo, offre allo spettatore la vista di pochi e vecchi attrezzi per la raccolta e la conservazione del frassino.
E’ dalla corteccia del frassino infatti, che si estrae la manna, linfa commestibile che si raccoglie nel periodo estivo, tra Luglio e Settembre; la sostanza resinosa che fuoriesce tramite un’incisione sulla corteccia viene poi esposta al sole.
Il Museo porta in luce quest’attività antica, quasi dimenticata, quello appunto dell’utilizzo della manna.  Nella stagione estiva, un intaccatore vi illustrerà le caratteristiche della manna e di questo  mestiere  ormai pressoché scomparso. La manna ha molte proprietà benefiche e viene utilizzata come dolcificante naturale ma anche come lassativo.
Tutti gli attrezzi per incidere e intaccare sono esposti dentro il Museo, aperto solo durante alcune stagioni dell’anno.
Per informazioni Tel. 0923.35108.

Il Museo Naturalistico è l’ultimo che incontrerete se entrate dall’ingresso Nord (San Vito Lo Capo) ed il primo  se provenite dall’ingresso Sud (Castellammare del Golfo).

Museo naturalistico

Assieme al Museo delle Attività Marinare è quello che rimane aperto al pubblico tutto l’anno.
Al suo interno, attraverso dei pannelli fotografici, viene presentata la flora, ma anche la fauna, della Riserva. Interessante la sezione delle piante officinali utilizzate nella medicina locale. Rituali e rimedi antichi.
E riproduzioni di animali costruite con una tecnica raffinatissima. Le numerose  specie che popolano la Riserva, volpi, lucertole, donnole, rettili… fanno qui bella mostra di se e sorprendono, con la loro perfezione, i visitatori grandi e piccini.