Alla scoperta delle grotte nella Riserva dello Zingaro

Grotta dell'Uzzo - Riserva Naturale Zingaro

Alla grotta dell’Uzzo, detta anche grotta grande per le sue dimensioni, (profonda 45 mt e larga 50) si arriva dall’ingresso Nord della Riserva naturale dello Zingaro, percorrendo il sentiero costiero.
Dopo circa 20 minuti di cammino, superata la prima caletta di Tonnarella dell’Uzzo, la grotta ci appare come un affascinante mistero millenario.
Una cortina di alberi ed arbusti la proteggono dal vento, ci trasmette subito un senso di protezione che devono aver vissuto anche i nostri antenati.
La grotta dell’Uzzo, infatti, affonda le sue radici in epoca preistorica, a testimoniarlo, oltre alle ricerche archeologiche e gli oggetti rinvenuti, esposti al Museo Salinas di Palermo, una serie di graffiti incisi sulle pareti rocciose al suo interno, visibili a tutti.
Entriamo e il mare fuori sembra lontanissimo.

Grotta dell’Uzzo

Cala dell’Uzzo è invece sotto di noi. In tempi remoti, il mare giungeva fino alle cavità della grotta mentre oggi le sue pietre luccicano per l’umidità della notte.
Mammuth, elefanti, leoni e rinoceronti. Oltre ai resti di animali estinti, sono stati rinvenuti resti umani risalenti a circa 10.000 anni fa, attraverso i quali è stato possibile ricostruire le abitudini di vita di chi viveva in questi luoghi.
Comunità di cacciatori attratti dall’elevata quantità di specie animali da cacciare, si stabilirono inizialmente nella grotta. Con il passare dei secoli i nostri antenati impararono a coltivare la terra e a cibarsi del pesce, grazie al mare vicinissimo.
Ma la grotta dell’Uzzo è solo la più visibile della Riserva, più in alto, nel canalone che dal Borgo Cusenza scende alla Cala della Tonnarella dell’Uzzo, si trova la Grotta di Mastro Peppe Siino, una finestra sul mare. Presso quest’ultima, che prende il nome dal proprietario, vi era perfino la macina per il grano, il forno e un torchio, così da poter ospitare a lungo la comunità, in caso di pericolo.

Grotta Mastro Peppe Siino
Grotta Mastro Peppe Siino

Nel periodo della guerra, molte famiglie dei borghi vicini (Borgo Cusenza e Contrada Sughero) usarono le due grotte come rifugio, soprattutto di giorno.
Una terza grotta si trova in contrada Sughero, nel ventre della terra che si spalanca e che sembra volerci inghiottire.

Grotte marine nella Riserva dello Zingaro

Catturate dalla sua profondità le cavità sommerse… il mare ancora una volta detta il confine tra il visibile e l’invisibile.

Piccola grotta raggiungibile dal mare
Piccola grotta raggiungibile dal mare

Grotta a pelo d’acquaGrotta del Colombaccio, grotta Capreria, grotta della Mustia, grotta della Corvina e grotta della Ficarella.
A circa 2 mt. di profondità, attraverso una fenditura stretta, la grotta del Colombaccio ci accoglie con le sue eleganti stalattiti formatasi dal cadere di gocce di acqua dolce che si fanno spazio nella roccia.
La grotta della Capreria, un tunnel stretto in superficie, che si apre con una spaccatura rocciosa obliqua, dal quale penetra la luce.
La grotta della Mustia, simile per forma e posizione alla precedente.
La grotta della Corvina più ampia delle precedenti è composta da tre camere, separate tra loro da sporgenze rocciose e massi. Presenta due ingressi. Uno quasi in superficie al quale si accede da una cavità emersa che conduce alla seconda camera, esterna, il cui fondo conduce dolcemente alla terza camera. L’altro ingresso della grotta, per i più esperti, si trova a una profondità di circa 7 mt. Le tre camere non vedono quasi totalmente la luce del giorno. Visitabili perciò in totale oscurità.
In località Ficarella, da cui prende il nome, si trova la più grande grotta dei fondali della Riserva. Ad una profondità di 14 mt. ha una luminosità estremamente ridotta. Un masso di grandi dimensioni al suo interno, superato il quale si accede a un largo cunicolo che raggiunge quasi la superficie. La grotta Ficarella al fondo, raggiunge circa i 18 mt e termina a fondo cieco. La luce intrappolata dalla roccia non ha più scampo.
Il mare dello Zingaro promette bellezze e incanti ai subacquei. La trasparenza delle sue acque lascia intravedere i fondali, la vita di pesci e piante che si insinuano tra le grotte sommerse.
Un paradiso per i subacquei che, affatto spaventati dall’oscurità, esplorano mondi nascosti alla luce del sole.