Alla scoperta di Borgo Cusenza nel cuore della Riserva dello Zingaro a San Vito lo Capo

Borgo Cusenza Riserva naturale orientata dello Zingaro

Camminare a San Vito lo Capo può riservare delle incredibili sorprese.

In una piacevole domenica d’inverno,  siamo partiti dall’ingresso della Riserva dello Zingaro, sopra Macari. Una impegnativa salita ci ha tolto il fiato ma ne valeva veramente la pena, perché giunti in alto, sopra il valico, abbiamo potuto ammirare i due mari che si stagliavano davanti: il golfo di Macari sotto di noi e dal lato opposto il golfo di Castellammare con la vista sulle azzurre acque della riserva.

Panorama Verso Monte Cofano e il Golfo di Macari

Solo questo paesaggio mozzafiato valeva tutta la fatica già fatta e scoprire qualche piccola orchidea ci ha regalato un ulteriore motivo di gioia.

Panorama sul golfo di Castellammare

La nostra meta era un luogo senza tempo, di  cui abbiamo lungamente sentito parlare, ma ancora non si era svelata ai nostri occhi.

Borgo Cusenza

Nella riserva dello Zingaro, infatti, c’è un baglio antico e molto affascinante: il Borgo Cusenza.
La sua particolarità consiste nell’essere stato un Baglio molto isolato, trovandosi nella parte alta della montagna a circa 400 mt sul livello del mare e di essere ricordato come un luogo abitato da una comunità totalmente autosufficiente in cui, fino alla fine 1800, vivevano in maniera autonoma 14 famiglie. Coltivavano cereali, timilia (tumminia), olive, uva e ortaggi. Internamente una piccola cantina per la produzione del vino con un torchio datato 1876, un frantoio e una macina per i cereali. Inoltre la comunità era dedita all’allevamento degli animali che gli davano carne, latte e mezzi di trasporto. Un’altra antica arte, li tramandata, era quella di fare ceste e corde con le piante autoctone.

Borgo Cusenza

Una bella discesa ci ha portato fino a questo raggruppamento di case molto ben conservate e mantenute, ma oggi totalmente silenziose. Ci hanno accolto i forni inoperosi davanti alle porte chiuse e un piccolo museo di questa civiltà contadina tanto preziosa. Il profumo delle molteplici piante aromatiche ad occhi chiusi ci ha portato a molti anni fa quando questo borgo era pieno di voci di bambini e di tanta gente al lavoro. È un piccolo gioiello che ci fa capire quanto fosse difficile e dura la vita in luoghi come questo solo 100 anni fa.

Grotta Mastro Peppe Siino

Dopo aver vissuto questo incanto siamo scesi vero il mare da un sentiero lungo un canalone molto ripido ed irto ma estremamente affascinante. Alberi di sughero dalle forme fantastiche si stagliavano alla nostra sinistra, mentre alla nostra destra abbiamo ammirato grotte preistoriche che recavano ancora tracce dell’uomo che le aveva abitate.

Tra questi scorci incantati abbiamo raggiunto il mare sotto di noi. In un baleno, tra racconti di libri antichi e foto di un paesaggio che non stanca mai di stupire.

Cala Tonnarella dell’Uzzo

La nostra bella escursione termina con una sosta davanti le azzurre acque della caletta di Tonnarella dell’Uzzo.

di Roberta Zaccarini Fazio
#camminaresenzaconfini

Note tecniche:

  • circa 400 metri di dislivello
  • circa 650 metri in discesa
  • lunghezza percorso Km. 12 circa
  • durata: 6 ore di cui 4 di cammino effettivo
  • Partenza: ingresso Riserva sopra il borgo di Macari – Arrivo: uscita Riserva dello Zingaro lato San Vito Lo capo
  • Difficoltà: impegnativo – Adatto per persone ben allenate
Il percorso segnato sulla mappa