Benvenuti nella prima Riserva Naturale di Sicilia

Un sentiero costellato di meraviglie. Una Riserva Naturale che esordisce affascinando, perché  al suono del suo nome è già legato il piacere dell’avventura: lo Zingaro. Un saliscendi di costa, tra il verde della vegetazione e le trasparenze azzurro bianco delle calette.

Ingresso nord, lato San Vito Lo Capo

Sette chilometri di natura incontaminata da San Vito Lo Capo a Castellammare del Golfo. La Riserva Naturale Orientata dello Zingaro è una delle pochissime in Sicilia a non avere una strada litoranea, nonostante ne fosse stata prevista una.
L’impetuosità della sua bellezza e la volontà di quanti si sono battuti per mantenerla integra e selvaggia, hanno permesso la sospensione dei lavori e la revoca del finanziamento.  Lo Zingaro è  perciò anche,  opera dell’amore della sua gente. E’ opera dell’amore di noi tutti, che visitandola rispettiamo le sue leggi.

Che voi decidiate di percorrerla iniziando da San Vito Lo Capo o da Castellammare del Golfo, sappiate che il paesaggio mozzafiato della Riserva vi accompagnerà  per tutto il percorso. E se non riuscirete a programmarvi l’intera escursione, (circa 4 ore in tutto), poco importa, perché gli scorci straordinari sono ad ogni passo.
Una superficie di 1650 ettari di terreno di natura calcarea, per una fascia litoranea formata da costa rocciosa, intercalata da numerose calette.

Cala dell'Uzzo
Cala dell’Uzzo

Riserva dello Zingaro: un fantastico habitat naturale

Roccia e mare. Pietra ed acqua. Gli elementi che incontrandosi danno vita ad un mix di colori  intensi e tenui al contempo. Le calette, verdi-blu e bianche di ciottoli e la terra, rossa, così intrinsecamente legata al mare.
Le calette, refrigerio nei giorni d’estate, si rincorrono dall’ingresso di San Vito Lo Capo fino a Castellammare del Golfo. La Tonnarella dell’Uzzo, la Cala dell’Uzzo e Cala Marinella, Cala Berretta, Cala della Disa, Cala del Varo e Cala Capreria.

Il paesaggio subacqueo è vario in forme e colori. L’Alga Cystoseira testimone della purezza delle acque e il Lithoèhyllum tortuosum, alga rossa e sfrangiata.  Nei fondali, altre alghe brune e animali dall’aspetto floreale: anemoni, rose di mare e madrepore.
Nelle acque della Riserva, labridi e blennidi dalle livree colorate e la presenza del Troittor a vermeti, un mollusco dalla conchiglia a forma di tubo di natura calcarea che si fonde con le masse uniche di calcare creando un marciapiede a pelo d’acqua.

Numerose le grotte sommerse e i cunicoli, come la Grotta del Colombaccio che si allarga in una ampia camera 30 mt, e ancora, la Grotta della Corvina, Grotta della Capreria, Grotta della Mustia e della Ficarella.
Un vero paradiso da esplorare per gli appassionati di snorkeling.

Il territorio della Riserva Naturale Orientata dello Zingaro presenta una grande varietà di ambienti di grande interesse naturalistico. A poca distanza da esso, Monte Cofano, imponente e maestoso, custode isolato di tanta bellezza.

La vegetazione più diffusa è la Palma nana, molto densa in alcuni tratti, per lasciare spazio, in altri tratti, ad un paesaggio vegetale dominato da aspetti di prateria effimera, ma anche rosmarino e carrubo, mirto e mandorlo. E poi splendide fioriture: orchidee, fiordalisi di Sicilia e cisto.

Una moltitudine di forme animali popolano il territorio della Riserva. L’Aquila del Bonelli, specie ormai in diminuzione, si riproduce regolarmente deponendo uno o due uova, ed altri rapaci, come il barbagianni e la civetta. I gabbiani, a pelo d’acqua, la cinciallegra tra gli arbusti, il piccolissimo scricciolo.

Aquila del Bonelli  in volo sulla Riserva dello Zingaro

Riserva dello Zingaro: un paradiso per gli amanti del trekking

Ma la Riserva accoglie soprattutto ospiti appassionati di fondali cristallini e, sebbene l’estate sia la stagione regina per i turisti, lo Zingaro è, anche nelle stagioni più miti, un luogo caro ad escursionisti appassionati di trekking e camminate.

E, tra cespugli e sentieri, oltre ad abitati rurali, troverete ben cinque piccoli Musei da visitare: il Museo delle Attività marinare, della Civiltà contadina, dell’Intreccio, della Manna e il Museo naturalistico. Soste ideali in autunno o in primavera. Luoghi di una memoria antica e custodi del patrimonio locale.
Pietre preziose incastonate in un suggestivo contorno paesaggistico che meritano un’attenzione ampia, da viaggiatore.

DORMIRE A SAN VITO LO CAPO