Un viottolo giallo di margherite, i pini di aleppo e i fichi d’india. A darvi il benvenuto nella macchia mediterranea è il Borgo Cusenza.
Il cuore dello Riserva dello Zingaro, ci piace definirlo, pulsante, nonostante non sia più abitato.
Un agglomerato rurale aggrappato alla montagna, spalancato al mare e accolto dentro una valle, culla di un popolo antico e sapiente, libero dalle contaminazioni dei borghi vicini.
Pare infatti che la gente del Borgo Cusenza, il cui nome originario era Bagghiu di l’Acci, per il vicino Monte Acci, fosse completamente autosufficiente e che si recasse alla contrada Sughero, distante circa 3 km, soltanto per scambi di attrezzi di lavoro e manodopere varie.
Riserva dello Zingaro: come raggiungere il Borgo Cusenza
Proseguire attraverso lo Zingaro, dal sentiero di mezza costa, e decidere di proseguire, per altri 2 km in salita, significa allungare lo sguardo a questo spaccato di vita contadina del secolo scorso, fare un tuffo nel passato della Sicilia ed immaginarlo esistere.
Borgo favorito da molti visitatori, da moltissimi definito uno dei più belli della Sicilia, questo insediamento rurale, possiede una bellezza eterea che si lascia contemplare.
Lo riparano i venti e lo illumina lo splendore del mare attorno. Muretti in pietra, un pergolato, cespugli di rosmarino, casette di pietre e tegole si abbracciano rimanendo vicine vicine.
Il silenzio le circonda, un silenzio rispettoso dello scorrere del tempo che lì si ferma, chiedendo anche a noi di andare più lenti.
Ci lasciamo travolgere, dalla magnificenza di una natura pulita e tersa, e da una storia antica. La storia di una comunità che prende sottobraccio il ritmo delle stagioni e ne fa il suo calendario.
La vita nel Borgo Cusenza
Le abitazioni sono ben tenute, alcune camere visitabili. I pavimenti in lastre, venuti alla luce durante gli interventi di manutenzione, sono puliti e sistemati. Oggetti e mobili ricostruiscono dettagliatamente l’idea della quotidianità rurale del secolo scorso che, inevitabilmente ruotava attorno al lavoro dei campi. Si coltivavano cereali, e fino ai primi del ‘900, le circa 14 famiglie che vi vivevano, avevano perfino una cantina per la produzione del vino.
Prima della semina si ringraziava Dio con un’orazione, affinché concedesse la pienezza del raccolto. Il miracolo si compiva dentro i forni, ve ne erano tre, e le famiglie di alternavano alla panificazione.
Ci si nutriva delle pietanze che la terra e il mare attorno, generosamente, offrivano: fave secche e sarde salate, tonnina, finocchi e fichi. Questi ultimi cotti in poca acqua, venivano usati per dolcificare, grazie al processo di raffreddamento e cristallizzazione del frutto stesso. Bestiame selvatico e da allevamento. I conigli cacciati e la salsiccia secca di maiale. La gallina si mangiava in brodo e solo dopo il raccolto.
Si coronava la fatica del duro lavoro e ci si concedeva il lusso di far festa, celebrando quel Dio sempre presente, con rituali sentiti da tutta la comunità.
San Giuseppe e la Processione della Madonna, due, dei momenti di festa più importanti. Si improvvisavano altari, si accendevano fuochi, si vestivano rupi con l’edera e vi era perfino la banda che sfilava, facendo musica con mestoli battuti sulle pentole.
Il tempo libero si celebrava alimentando usi e tradizioni. Anche la domenica, però era sacra. Interamente dedicata al riposo dai campi. Con il bel tempo si raccoglievano gelsi, si esplorava la natura oltre il confine della sopravvivenza e la sera ci si riuniva a casa di qualcuno per condividere il tempo lento e piacevole del far nulla.
Si sgranocchiavano fave e ceci abbrustoliti e si beveva vino ambrato.
Una visita al Borgo Cusenza non potete mancarla, se state camminando per i sentieri della Riserva dello Zingaro. Nella stagione aperta al pubblico, da Maggio ad Ottobre, i custodi vi accolgono raccontandovi storie semplici e umili, immortali come il Borgo Cusenza.
Dal sentiero di mezza costa, in salita, dopo circa 2 km o dal sentiero alto, in discesa.
Il borgo è un tuffo dentro la memoria, una tappa imperdibile che arricchisce la vostra passeggiata di dettagli che vi piacerà ricordare quando andrete via.
Il prossimo tuffo lo farete scendendo il sentiero, nelle acque azzurre della Tonnarella dell’Uzzo.