Ho sentito parlare molto delle escursioni in barca alla Riserva dello Zingaro, ho visto bellissime immagini del suo mare e della sua splendida vegetazione mediterranea, sapevo che si trattava di un’oasi naturale di particolare bellezza, quindi, quando a luglio ho avuto l’opportunità di trascorrere un lungo weekend a San Vito Lo Capo ho deciso di visitarla anch’io.
Ma dalle informazioni trovate sul web sapevo anche che la passeggiata lungo i suoi sentieri, benché non particolarmente impegnativa, sarebbe stata faticosa con borsa-frigo, ombrellone e asciugamani.
Inoltre i miei ragazzi non avevano molta voglia di camminare.
A questo punto una gita in barca era l’unica via d’uscita, l’unico modo per non perdermi una giornata in questo luogo magnifico.
Fortunatamente anche i miei figli trovarono simpatica l’idea dell’escursione, pur lamentandosi della sveglia mattutina.
Il tempo di navigazione dal porto turistico di San Vito Lo Capo all’ingresso nord della riserva è stato di circa 45 minuti. Ma il tempo passa rapidamente in barca, lo spettacolo della costa è talmente emozionante con le sue torri, tonnare e inaspettate insenature. Provenendo da San Vito Lo Capo, la prima spiaggia della Riserva dello Zingaro è Cala Tonnarella dell’Uzzo; quando ho visto tutte quelle persone sulla spiaggia, relativamente piccola ma bellissima, sono stato davvero contento di aver optato per la gita in barca.
In pochi minuti, infatti, la barca si è spostata in un’altra bella baia, Cala del Uzzo, e noi siamo stati liberi di fare dei bellissimi bagni in un angolo di mare tutto per noi.
Sono rimasta sorpresa dal fatto che anche i miei figli, in genere molto critici, sono rimasti affascinati dall’acqua cristallina e sono stati tra i primi a tuffarsi.
I colori erano incredibili, il mare turchese in contrasto con il verde smeraldo delle palme nane, proprio accanto alla riva, e il colore rosso-arancio delle rocce in contrasto con il bianco luccicante dei ciottoli sulla riva.
Le case vicino alla baia, non più abitate, sembrano evocare la “vita semplice di una volta”, anche se si può immaginare che non sia stato sempre una vita facile.
Pochi alberi nella riserva, soprattutto ulivi e mandorli, ma insieme alle palme nane danno un tocco di verde al classico paesaggio estivo siciliano. Come per magia è spuntato tra le rocce un mulo che, ci hanno spiegato, viene utilizzato dentro la Riserva dello Zingaro per raccogliere la spazzatura: molto pittoresco!
Tornati tutti a bordo, abbiamo approfittato per rilassarci al sole, mentre la barca proseguiva il suo viaggio verso sud, in direzione Scopello, regalandoci la vista delle altre splendide insenature della riserva. Lungo i sette chilometri di costa si trovano ben sette baie, o cale, ma alcune di esse possono davvero essere raggiunte solo dal mare. Davanti a Cala della Disa, la nostra guida ci ha detto che si trovava a circa un’ora di cammino dai due ingressi. Ho dimenticato di dire che si può entrare nella riserva sia da San Vito Lo Capo che da Scopello.
Ancora una volta la mia scelta di visitare la Riserva in barca mi sembrò ottima! Ed anche i miei figli si sentirono molto fortunati di ritrovarsi su una barca, piuttosto che camminare sotto il sole cocente.
Cala del Varo e Cala Capreria, addossate ad un tratto di costa coperto da una vegetazione particolarmente rigogliosa sono le ultime spiaggette prima di arrivare alla Tonnara di Scopello.
Capreria essendo la prima cala raggiungibile dall’entrata sud è piuttosto affollata, ma comunque un vero gioiellino e si capisce perché così tante persone vengono qui per godersi la sua spettacolare bellezza.
Lasciate alle spalle le sette calette, un altro magnifico scorcio si apre davanti a noi… la vista dei faraglioni e della Tonnara di Scopello ci lascia senza fiato.
Ancora un’altra nuotata, tra centinaia di pesci e poi di nuovo a bordo per il viaggio di ritorno.
Sulla via del ritorno per San Vito Lo Capo abbiamo navigato più lontani dalla costa e questo ci ha permesso di apprezzare il paesaggio montuoso della Riserva, le sue cime più alte raggiungono…
Le montagne sul mare sono uno spettacolo davvero unico e spero proprio che un giorno potrò esplorare la Riserva anche a piedi.
Karen Reynolds