Per gentile concessione del Prof. Enzo Battaglia
Riserva dello ZINGARO. Perché?
Contributo per la esatta toponomastica di San Vito Lo Capo.
Qualche anno fa, durante alcune ricerche sui toponimi sanvitesi, sono stato tentato, come qualcuno faceva, di accettare che “zingaro” fosse una storpiatura dell’arabo al-Azīza (la splendida), come è documentato essere per la Zisa di Palermo.
Oggi so, con sufficiente certezza, che il toponimo della nostra Riserva fa espresso riferimento o al passaggio o allo stanziamento di uno/gruppo zingaro. Infatti, la presenza di zingari in Sicilia è documentata fin dalla seconda metà del 1400 e ce n’è rimasta traccia nei toponimi come Caletta degli Zingari a Panarea, Contrada Zingara a Cerda, Grotta dello Zingaro a Scopello e Ciminna, Passo dello Zingaro sull’Etna, Riserva dello Zingaro, appunto.
Oppure, ricordando che in passato in molte città vigeva l’obbligo di risiedere in quartieri diversificati a seconda delle etnie, cito Quartiere degli Zingari a Caltanissetta, Piano degli Zingari a Caltagirone, Largo degli Zingari a Polizzi Generosa, ecc…
Ad avvalorare, preciso che la contrada Uzzo, all’interno della Riserva, significa zingaro. Infatti, Izzo (e le sue varianti meno comuni Izzi, Gizzo, Gizzi, Ghuzzo, Uzzo) deriva dal latino aegyptius ‘egiziano’, da interpretare come ‘zingaro’.
Scrive l’Arezzo, erudito siracusano del 1500: “Unu scauotto di noi ditto gizo: issi dicino zicaro (Un servo che noi chiamiamo egizio, loro lo chiamano zingaro)”.
E poi c’è la grotta dello Zingaro a Scopello.